16 febbraio 2008

LA GRANDE DEPRESSIONE.


Il dibattito sul Proibizionismo divenne secondario rispetto allo shock che scosse le stesse fondamenta economiche americane: il crollo della borsa nel 1929. Gli Stati Uniti avevano registrato un vero e proprio boom dopo la Prima Guerra Mondiale, un periodo in cui crebbero produzione e consumi e si fece strada la tendenza ad avventure speculative con l'acquisto di grandi quantità di azioni. Venerdì(il venerdì nero) 29 ottobre 1929 al New York Stock Exchange, in Wall Street, la borsa più grande del mondo, appena aperta la seduta vide l'immediato crollo dell'indice Dow-Jones valore medio rappresentativo dell'andamento dei 65 principali titoli scambiati duranti le sedute nella borsa americana.


Essa fu infatti definita , crisi finanziaria, i titoli azionari persero in tre anni circa tre quarti del loro valore originale; andando così a chiudere il flusso dei finanziamenti alle imprese arrestando la grande macchina dell'economia. Da economica divenne poi sociale, basti pensare che in quegli anni circa 13 milioni di persone persero il lavoro a causa degli improvvisi fallimenti che colpivano mortalmente le imprese. Purtroppo non furono solo le industrie ad essere colpite ma, in particolar modo al sud, anche l'agricoltura ne risenti tantissimo, circa i 3/4 dei già poveri contadini fu ridotta alla fame.


Alcuni economisti definiscono l'accaduto come crisi di sovrapproduzione delle industrie americane, cioè, a causa di un eccesso di prodotti rispetto alla reale capacità di assorbimento del mercato; in realtà la crisi fu amplificata dai fallimenti a catena delle banche di provincia che si andarono a ripercuotere direttamente sull'intera società americana. Nei primi tre anni, i più "caldi" della crisi, le banche si ritrovarono improvvisamente senza denaro liquido quando migliaia di azionisti spaventati dal crack di Wall Streat corsero a vendere i loro titoli. Altre banche decisero invece di restringere i crediti, andando ad inceppare così tutto il sistema economico. Nello stesso tempo il blocco dei prestiti esteri americani, sui quali si era basato l'intero sistema della ricostruzione dopo la I Guerra Mondiale trasmise la crisi nel resto del mondo. "La crisi americana" infatti si riflesse poi su tutta l'Europa e parte del continente asiatico. "La crisi" fece crollare tutti i mercati che si stavano risollevando dopo la Prima Guerra Mondiale, mentre le imprese si stavano riconvertendo da industrie per la guerra a industrie per la pace e mise le basi per quella che sarebbe stata la II Guerra Mondiale basti pensare che essa in Germania aprì le porte al nazismo.


Nella primavera del 1932, gruppi di veterani della Prima Guerra Mondiale marciarono su Washington per chiedere un sussidio di guerra, il Congresso decise di concederlo, ma il Senato ne blocco il pagamento. Molti dei veterani decisero quindi di protestare nella capitale, ma furono dispersi dall'esercito con l'utilizzo della violenza, due di essi morirono negli scontri. Pochi mesi dopo vi furono le elezioni, l'opinione pubblica influenzata dagli avvenimenti di Washington permise, con il 57,4 percento dei voti, l'elezione del rappresentante democratico Franklin Delano Roosevelt alla Casa Bianca per intravedere una soluzione. Roosevelt lanciò un progetto conosciuto universalmente come New Deal(nuovo corso), una politica che puntava all'uscita dalla depressione iniziata nel 1929 e a una maggiore stabilità dell'economia nazionale garantita da un più stretto rapporto tra Stato e Mercato.














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