Il 19 Ottobre 1987, un’ondata di vendite fece precipitare l’indice Dow Jones Industrial Average da 2246 a 1738 punti, in calo del 22,6% e l’indice Standard and Poor’s 500 da 282.70 a 225.06, in calo di oltre 20 punti percentuali.
Andamento dell’indice Dow Jones Industrial Average (DJIA) Figura 1.
Andamento dell’indice S&P 500 Figura 2.
Questa fu la peggiore flessione che un indice azionario americano avesse mai avuto dal 1885 in una sola giornata di contrattazioni. Furono scambiate circa 604.3 milioni di azioni, quasi il doppio rispetto al precedente record di 338.5 milioni raggiunto il venerdì precedente. Risultati ancor più deludenti si ebbero sul principale mercato statunitense dei future, il Chicago Mercantile Exchange, dove il prezzo del future sull’indice S&P precipitò del 29%: la più ampia perdita giornaliera dall’inizio del trading sugli equity future.
Il crollo di Wall Street fu contagioso e anche le piazze finanziarie europee e asiatiche furono coinvolte nella crisi. Immediatamente si risvegliò il ricordo del ’29 e della Grande Depressione degli anni ’30. Questi timori, fortunatamente, si rivelarono infondati grazie all’interevento congiunto delle Banche Centrali che impedirono che il crollo del 1987 provocasse un’ondata di fallimenti tali da mandare in crisi il sistema finanziario internazionale.Tutti i più importanti mercati azionari mondiali crollarono nell’Ottobre del 1987. Su 23 piazze finanziarie, 19 implosero bruciando più del 20 per cento di capitalizzazione.
Il mercato statunitense non fu il primo a crollare rapidamente. Dapprima i mercati asiatici, ad esclusione del Giappone, subirono un brutto colpo il 19 Ottobre. La crisi fece eco nella maggior parte dei mercati europei, quindi negli USA ed, infine in Giappone. Molti di questi mercati, tra l’altro, avevano subito dei ribassi anche la settimana precedente. Con la sola eccezione del Canada, i mercati continuarono a diminuire fino alla fine di ottobre, e in alcuni casi i ribassi non furono inferiori a quelli del 19 ottobre.Per il trader era scontato che il mercato potesse solo salire. Questo dimostra il livello di euforia raggiunto dal mercato in quel periodo. But it wasn’t different.
Molti investitori cominciarono a temere un aumento almeno temporaneo della volatilità del mercato. Di conseguenza il nervosismo spinse soprattutto i piccoli investitori a chiedere il rimborso delle quote possedute nei fondi comuni di investimento. I fondi di investimento che offrivano servizi telefonici di negoziazione, furono sommersi dalle telefonate al punto tale che era impossibile trovara la linea libera persino alle 11 di sabato sera.
Non appena il 19 ottobre le piazze finanziarie aprirono le contrattazioni, ento pochi minuti la risposta al “What’s Next?” fu subito subito drammatica. Infatti, Il crollo del mercato azionario internazionale il lunedì 19 Ottobre del 1987 sorse con il sole ad est: Hong Kong, Malaysia e Singapore, seguiti da alcuni mercati europei erano calati pesantemente mentre New York ancora dormiva. In molti casi l’inizio delle contrattazioni venne rinviato anche di due ore.Quando, il lunedì mattina, il mercato azionario di New York aprì alle 9:30 non ci furono offerte per molte delle azioni più importanti. Mezz’ora dopo si contrattava su appena venticinque dei 500 titoli dell’indice Standard & Poor’s 500.
Nel mercato azionario di New York il sistema di contrattazione automatica si ruppe e i broker non erano in grado di confermare gli scambi. Quando i mercati chiusero, gli indici ebbero l’ultima parola: il Dow Jones 30 era calato del 22,6%, l’indice S&P 500 del 20,5% mentre il future sullo S&P 500 scese di quasi il 29%.
Molti reports non identificarono le ragioni della crisi, focalizzandosi piuttosto sui fattori che ne caratterizzarono l’andamento. Con il senno di poi, molti analisti furono concordi nell’affermare che i prezzi delle azioni fossero troppo alti nel settembre del 1987.
La crisi dell’87 pose fine ad un mercato rialzista che ormai durava da 5 anni e che aveva visto il DJIA passare da 776.92 punti dall’agosto del 1982 a 2742 punti nell’agosto del 1987, in crescita di oltre 250 punti percentuali.